Gli studenti delle classi 3M e 2L dell’IIS Leonardo Da Vinci di Civitanova Marche a caccia di rifiuti nella Riserva Naturale della Sentina

Una mattinata intensa e significativa quella di martedì 15 aprile per gli oltre 40 studenti delle classi 3M e 2L dell’IIS Leonardo Da Vinci di Civitanova Marche, che hanno partecipato a un’attività di raccolta rifiuti e monitoraggio delle specie costiere presso la Riserva Naturale della Sentina. Accompagnati dai docenti, tra cui il prof. David Fiacchini, e dai biologi marini Gianfranco Rossi e Sara Cerri dell’associazione FanoUniMar, gli studenti hanno esplorato un tratto di costa con l’obiettivo di conoscere la biodiversità locale e contribuire alla pulizia dell’ambiente costiero, rimuovendo oggetti di origine antropica abbandonati lungo la riva, spesso in modo incosciente o negligente.

Un mare di polistirolo

In sole due ore, sono stati raccolti circa 130 kg di rifiuti, segno evidente dell’impatto dell’uomo sull’ambiente. Ben il 60% dei materiali rinvenuti era costituito da frammenti di polistirolo di varie dimensioni, presenti sia in superficie che sotto la sabbia, mescolati ormai agli elementi naturali che compongono l’habitat costiero.

Ma da dove proviene tutto questo polistirolo?

Le cassette monouso in polistirolo espanso, utilizzate quotidianamente dai pescatori per il trasporto del pesce, sono progettate per conservare al meglio freschezza e igiene. Tuttavia, questo materiale si degrada rapidamente: si sbriciola, si disperde, e finisce per contaminare le spiagge e i mari. In Italia, ogni anno vengono utilizzate circa 50 milioni di cassette di questo tipo, causando la dispersione di oltre 14.000 tonnellate di polistirolo nell’ambiente.[1]

Quali danni provoca la sua dispersione?

Una volta frantumate, le cassette rilasciano frammenti che, se scambiati per cibo, possono essere ingeriti da animali marini e terrestri. Con il tempo, questi frammenti si disgregano ulteriormente fino a diventare microplastiche. Gli organismi che le ingeriscono, entrando nella rete alimentare, espongono di conseguenza anche l’essere umano a rischi di contaminazione. Secondo una ricerca dell’Università Politecnica delle Marche, il polistirolo risulta essere uno dei polimeri con maggiori capacità di assorbimento di metalli pesanti, trasformandosi in un serio pericolo per la salute degli ecosistemi e degli esseri viventi.[1]

Quali soluzioni sono possibili?

Un esempio è rappresentato dalla campagna “BlueFishers” promossa da Marevivo, che ha consentito ai pescatori di Viareggio di utilizzare 2300 cassette riutilizzabili in polipropilene, evitando la produzione di oltre 35.000 cassette monouso e riducendo così l’impatto ambientale.

Anche a San Benedetto del Tronto si stanno valutando soluzioni concrete: tra queste, l’introduzione di cassette biodegradabili, acquistabili con il supporto di fondi pubblici, e l’impiego di compattatori che permettono di ridurre il volume del polistirolo e rivenderlo ai fornitori, promuovendo così una sana economia circolare.[2][3]

Nonostante ciò, la situazione resta critica: l’uso del polistirolo è ancora troppo diffuso e i risultati sul campo parlano chiaro.

CleanSwell: una raccolta scientifica

Oltre al polistirolo, sono stati rinvenuti anche altri tipi di rifiuti: reti da pesca, indumenti, calzature, frammenti di spugne da bagno, plastica e metallo. Per catalogare i materiali raccolti, gli studenti hanno utilizzato l’applicazione CleanSwell, che consente di classificare i rifiuti e caricarne i dati nel database di Ocean Conservancy. Questo permette di effettuare una mappatura globale dell’inquinamento costiero, utile alle istituzioni per pianificare interventi mirati.

Tra i rifiuti, pochi segni di vita

Durante l’attività in spiaggia è stato anche effettuato un monitoraggio della biodiversità locale, seguendo i protocolli iNaturalist e MAC emerso di Reef Check Italia. Oltre a uova di razza, ovature di  Rapana venosa e murice, alcune conchiglie di Anadara transversa e un osso di seppia, le specie osservate sono state poche. Questa scarsità, nonostante le recenti mareggiate, lascia spazio ad una riflessione amara: il Mar Adriatico sta perdendo velocemente la sua ricchezza in termini di biodiversità, rendendo sempre più urgente l’attivazione di piani di conservazione.

Dalla raccolta dati alla scienza: il convegno del 24 maggio 2025

I dati raccolti saranno analizzati in aula, e successivamente presentati al pubblico durante il convegno organizzato da Adriatic Conservancy e Sub Tridente Pesaro, che si terrà sabato 24 maggio 2025 presso la sede Sub Tridente (Strada tra i due porti). L’evento vedrà la partecipazione di studenti, docenti universitari e ricercatori, uniti dal comune obiettivo di tutelare l’ambiente marino e costiero.

Sarà proprio in questa occasione che gli studenti daranno voce ai loro pensieri, sottolineando l’urgenza di attuare soluzioni sostenibili per contrastare l’inquinamento delle nostre coste e di collaborare con le istituzioni per il benessere degli ecosistemi marini e terrestri.

[1]https://www.rinnovabili.it/economia-circolare/riciclo/polistirolo-in-mare-linquinamento-si-combatte-insieme-ai-pescatori/

[2]https://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cronaca/traporto-pesce-con-casse-biodegradabili-e44b87eb?live

[3]https://www.cronachepicene.it/2023/11/17/polistirolo-sbriciolato-in-spiaggia-marinangeli-occorre-acquistare-cassette-biodegradabili/431648/

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